(Adnkronos) – Nuovo governo in Germania, stesso dossier: Unicredit su Commerzbank, la seconda banca tedesca. Qualche esperto mostra cauto ottimismo: “Afd ha perso, si va verso una ‘Grosse Koalition’ con i socialdemocratici: di propaganda nazionalista non c’è più bisogno”, questo il succo del ragionamento. Persino il professor Daniel Gros, interpellato dall’Adnkronos, esprime una valutazione non dissimile: “Non sarà la prima preoccupazione di Merz. A meno che i sindacati non ne facciano una questione importante per la Spd, lui farebbe passare l’operazione. E’ una mia valutazione personale”. Fatto sta che – parola di diversi analisti – la partita è più complessa: di mezzo non ci sarebbe solo il nazionalismo teutonico, ma un disegno economico complessivo. “E’ probabile – spiega Fabio Caldato, Portfolio Manager, AcomeA Sgr, all’Adnkronos – che la volontà politica in Germania sia quella di avere due poli: oltre a Deutsche Bank, un secondo raggruppamento costruito attorno a Commerzbank: ecco il motivo per cui non vogliono cederla a Unicredit”. La tesi troverebbe conforto nelle parole del cancelliere in pectore, Joachim-Friedrich Martin Josef Merz, a difesa dell’autonomia di Commerz: “Parole – sottolineano fonti ben informate – pronunciate in un evento a porte chiuse organizzato da BlackRock”. Tradotto: un evento non inquinato dalla necessità di fare propaganda. Spiega Caldato: la necessità di un secondo polo tedesco trova la propria ratio nella struttura del sistema bancario teutonico: “Tutt’altro che solido, soprattutto lato banche regionali”, dice. Ergo Deutsche Bank non basta, la Germania ha necessità di una pluralità di istituti: soprattutto a sostegno delle piccole e medie imprese e per il rilancio delle esportazioni: il cuore del programma della Cdu. Ecco la ragione, sottolineano le fonti, del perché “Merz, uomo di finanza con una certa competenza in questo ambito e che dovrebbe, tecnicamente, essere aperto alle operazioni di mercato, ha in realtà palesato a più riprese la sua contrarietà all’operazione su Commerzbank”. Osservano persone a conoscenza del dossier: Merz deve tenere la barra dritta anche a destra, i nazionalisti di Afd sono al 20% (non al sette) e costituiscono una minaccia, soprattutto all’est: il cancelliere in pectore, spiega all’Adnkronos l’analista Giorgio Vintani, “non vorrà partire da sconfitto agli occhi degli elettori sulla vicenda Commerzbank-Unicredit, la cui acquisizione sarebbe uno smacco non solo per il governo, ma per la Germania intera”. Avviso ai naviganti: se la Cdu farà il matrimonio con l’Spd, la maggioranza conterebbe su 328 seggi (la maggioranza è fissata a 315). In breve: su temi importanti come immigrazione e allentamento dei freni al debito (cavallo di battaglia dei popolari), qualche compromesso bisogna trovarlo e tocca dialogare con qualcuno: o la Linke all’estrema sinistra o l’Afd all’estrema destra. “Il contesto, per piazza Gae Aulenti, rimane difficile e pieno di ostacoli, in quanto molto probabilmente manca una volontà politica dei teutonici di accettare la perdita della seconda banca tedesca”, chiosa Vintani. Del resto, la stessa partita per la formazione della Grosse Koalition è in salita: linea rossa dei popolari è meno tasse sulle imprese, mentre i socialdemocratici spingono per la difesa del Welfare State. Una grana come quella di Commerz, spiegano fonti ben informate, “non è davvero al centro della partita: almeno per adesso”. (di Andrea Persili) —finanzawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Banche, Merz vuole il secondo polo tedesco. Gli analisti: partita in salita per Unicredit
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