(Adnkronos) – I settori tecnologici, l’industria, il real estate, la sanità e il lusso si confermano come i protagonisti più probabili della stagione Ipo autunnale. Nello scenario più ottimistico, si ipotizza che tra settembre e dicembre potrebbero essere completate tra 5 e 10 Ipo di media entità, ciascuna con una raccolta compresa tra i 150 e i 200 milioni di euro, e da 2 a 3 operazioni di rilievo. I nomi più attesi? Cisalfa, Aeroitalia, Plenitude o Golden Goose. Lo sostiene in un’intervista all’Adnkronos Francesco Fiorese, partner di Simon Kucher. “Il periodo tra settembre e dicembre sarà decisivo per determinare se il 2025 si chiuderà come un anno di ripartenza o come una fase di transizione in attesa di mercati più stabili”, evidenzia. L’analisi dell’esperto muove dal principio: “Nel secondo semestre del 2025, il mercato delle Ipo in Italia si muove in un contesto globale complesso, contraddistinto da una dinamica di forze contrastanti”, sottolinea. Da un lato, gli incentivi normativi introdotti a livello europeo e nazionale e l’afflusso di capitali internazionali verso l’Europa sostengono la ripresa dell’attività di quotazione; dall’altro, persistono fattori di rischio significativi, tra cui le tensioni geopolitiche, l’instabilità macroeconomica e l’incertezza sulla politica monetaria. “Per comprendere le prospettive delle Ipo italiane nei prossimi mesi – afferma – è necessario analizzare in dettaglio l’evoluzione recente del mercato, i settori con maggiore potenziale, i possibili candidati alla quotazione e i fattori critici che ne determineranno l’esito”. A livello europeo, la prima metà del 2025 ha registrato un rallentamento marcato dell’attività di Ipo. Le operazioni nell’area Emea sono scese da 59 a 44 rispetto allo stesso periodo del 2024, con una raccolta complessiva di capitali passata da 14,1 miliardi di dollari a soli 5,5 miliardi. “Tra le principali cause di questo rallentamento figurano le crescenti tensioni geopolitiche – in particolare quelle legate al conflitto in Medio Oriente e alle misure protezionistiche adottate dagli Stati Uniti – nonché un clima economico ancora incerto. A ciò si aggiunge la volatilità dei titoli dopo la quotazione, che ha indotto diverse aziende, tra cui Brainlab, Stada e Autodoc, a rinviare o annullare le proprie operazioni”, afferma.
Il mercato italiano
Il mercato italiano ha risentito in misura ancora maggiore di questa congiuntura sfavorevole. “Nel 2024 si è registrato un calo del 41% nel numero di Ipo e un crollo dell’87% nei capitali raccolti. Questo rallentamento si è verificato nonostante la buona performance dell’indice Ftse Mib, che ha chiuso il 2024 con un rialzo del 12%. Tuttavia, secondo le stime di Statista, il 2025 dovrebbe segnare una netta inversione di tendenza: si prevede infatti un totale di 1,94 miliardi di dollari raccolti tramite Ipo, in crescita del 93% rispetto all’anno precedente, con un valore medio per operazione di circa 173 milioni di dollari”, sottolinea. Questa prospettiva positiva “è alimentata anche da importanti novità normative: l’entrata in vigore del Listing Act europeo nell’ottobre 2024 ha semplificato notevolmente la documentazione necessaria per la quotazione, incentivando in particolare le piccole e medie imprese a considerare il mercato dei capitali”.
I settori..
Dal punto di vista settoriale, dice, vi sono ambiti che offrono maggiori opportunità di quotazione. “I comparti più promettenti – afferma – includono l’industria manifatturiera, il settore immobiliare e delle costruzioni, la sanità e le scienze della vita, nonché il macro-settore TMT (tecnologia, media e telecomunicazioni). In particolare, il segmento tecnologico – spinto dalla digitalizzazione, dall’adozione di soluzioni AI e dalla transizione al cloud – si conferma come uno dei driver principali. La recente quotazione di MetriKS Ai sull’Egm, avvenuta a maggio 2025, segnala un rinnovato attivismo da parte delle startup italiane ad alta tecnologia. Anche comunità di investitori informali, come quelle attive su Reddit, citano realtà emergenti come Cloud IA Research, una giovane società AI con tassi di crescita a doppia cifra. Un’altra area ad alto potenziale è rappresentata dal fintech e dalle soluzioni per la sicurezza digitale e l’identità digitale: aziende come Nexi e Tinexta mantengono una buona attrattività presso gli investitori. “Parallelamente – afferma – prosegue il trend di interesse verso le imprese attive nel settore ambientale e della sostenibilità, in linea con l’evoluzione degli ESG. Le aziende attive nelle energie rinnovabili, nella circular economy e nei sistemi di misurazione e certificazione ambientale restano centrali nella pipeline IPO. Il comparto delle costruzioni e del real estate, dopo una fase di contrazione, ha registrato una robusta ripresa: la logistica urbana, il residenziale – inclusi studentati e co-living – e gli uffici flessibili sono tornati al centro dell’attenzione di molti fondi, con una pipeline particolarmente densa già nel primo trimestre dell’anno”. Grande dinamismo si osserva anche nel settore healthcare. Il primo trimestre del 2025 ha visto il numero più elevato di Ipo europee nel comparto sanità e scienze della vita degli ultimi vent’anni: 11 nuove quotazioni, segnale di una domanda resiliente e di una pipeline ben alimentata. Infine, sottolinea, “il comparto moda, lusso e beauty tech resta sensibile al contesto macroeconomico e alla volatilità di mercato, ma potrebbe rientrare in scena con alcune operazioni di rilievo se le condizioni si stabilizzassero: in particolare, società come Golden Goose, già vicina alla quotazione nel 2024, mantengono aperta la possibilità di tornare sul mercato entro la fine del 2025. Anche alcuni marchi storici come Dolce & Gabbana restano in stand-by, in attesa di condizioni favorevoli”.
I nomi più attesi in Italia
Per quanto riguarda i nomi più attesi in Italia, Cisalfa Sports figura tra i candidati principali. La società, attiva nella distribuzione di articoli sportivi, punta a una valutazione intorno al miliardo di euro e potrebbe raccogliere fino a 500 milioni in Ipo, con quotazione prevista entro fine anno. Un altro candidato è Aeroitalia, la compagnia aerea emergente fondata nel 2022, che potrebbe debuttare in Borsa tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026. Particolare attenzione è rivolta al gruppo Eni, che ha annunciato l’intenzione di quotare alcune sue attività legate alla transizione energetica, tra cui Plenitude (ex Eni Gas e Luce), Fullness e Enilive: la valutazione combinata di queste realtà potrebbe raggiungere i 20 miliardi di euro. Oltre ai grandi gruppi, anche l’Euronext Growth Milan (Egm) si conferma una piattaforma dinamica per le PMI innovative. Giocamondo Study (formazione), MetriKS AI (AI), TraDelab (digital marketing), Com.Tel (telecomunicazioni) e Haiki+ (ambiente) sono tutte società che hanno già avviato processi di collocamento privato o pre-IPO nel primo semestre 2025. Anche il settore biotech e med tech è attivo, sebbene le aziende di questo comparto prediligano spesso mercati specialistici più internazionali come il Nasdaq o il mercato svizzero.
Le possibilità di successo
Nel secondo semestre dell’anno, il successo delle Ipo italiane dipenderà da una serie di fattori determinanti. In primis, l’andamento della situazione geopolitica sarà cruciale: nuovi conflitti o l’acuirsi delle tensioni commerciali tra Usa e Ue potrebbero compromettere la fiducia degli investitori. Anche le condizioni monetarie giocheranno un ruolo chiave. Molti osservatori si attendono che la Bce inizi una graduale riduzione dei tassi a partire dalla seconda metà del 2025, per un totale stimato intorno ai 50 punti base: un tale scenario favorirebbe l’appetibilità del mercato azionario. Tuttavia, se i tassi dovessero restare elevati, la valutazione delle società ne risentirebbe negativamente. Un altro elemento di incertezza riguarda le performance post-listing. Diverse IPO internazionali recenti, tra cui quella della catena di profumerie Douglas e quella del marchio Birkenstock, hanno registrato un andamento deludente dopo la quotazione, scoraggiando operazioni simili. Le aziende italiane, per evitare sconti eccessivi e debutti sottotono, attendono quindi una finestra di mercato meno volatile. Da questo punto di vista, la seconda metà del 2025 potrebbe rappresentare un momento propizio, soprattutto tra settembre e dicembre. Sul fronte normativo, la situazione appare favorevole. Il nuovo Listing Act europeo riduce gli oneri informativi per le PMI e accelera i tempi di quotazione. In Italia, sono stati introdotti diversi incentivi: il bonus IPO valido fino al 2027, sostegni regionali – ad esempio in Lombardia – e un credito d’imposta sulle consulenze pre-listing. Si tratta di misure che rendono più accessibile il mercato dei capitali anche per aziende non strutturate come i grandi gruppi. Per attrarre investitori, tuttavia, le società devono presentarsi “Ipo ready”, ovvero con un assetto societario chiaro, governance efficace, conti trasparenti e processi di audit solidi. La preparazione diventa particolarmente importante in un contesto in cui le finestre di mercato si aprono e chiudono rapidamente: solo le aziende pronte potranno sfruttare le brevi opportunità disponibili.
I due scenari
Per monitorare l’evoluzione del mercato e prevedere il ritorno delle Ipo, è utile tenere sotto controllo alcuni indicatori chiave. Una bassa volatilità di mercato (ad esempio misurata tramite l’indice VIX europeo) mantenuta per almeno un mese favorisce l’apertura di nuove finestre di quotazione. Allo stesso modo, flussi di capitali consistenti verso i mercati azionari europei, rilevati nei report settimanali dei fondi, rappresentano un segnale positivo. Le decisioni della Bce sui tassi e l’eventuale successo di IPO internazionali fungono da benchmark. Anche l’aumento del numero di PMI che passano dall’EGM al listino principale può essere interpretato come un segnale di maturità del mercato italiano. In base a questi presupposti, si delineano due scenari principali per i prossimi mesi. In uno scenario ottimistico, si assisterebbe a una riduzione della volatilità a partire dall’autunno, accompagnata da un taglio dei tassi da parte della BCE. In questo contesto, le aziende italiane dei settori tech, green e industriale potrebbero riprendere i progetti di quotazione in sospeso. Si ipotizza che tra settembre e dicembre potrebbero essere completate tra 5 e 10 IPO di media entità, ciascuna con una raccolta compresa tra i 150 e i 200 milioni di euro, e da 2 a 3 operazioni di rilievo come quelle di Cisalfa, Aeroitalia, Plenitude o Golden Goose. Al contrario, in uno scenario conservativo, la persistenza di tensioni geopolitiche, la mancanza di stimoli monetari e un’elevata volatilità potrebbero indurre molte aziende a rimandare l’Ipo al 2026. In tale contesto, solo alcune Pmi con modeste esigenze di raccolta potrebbero decidere di quotarsi sull’Egm, mentre i grandi gruppi adotterebbero una strategia attendista. (di Andrea Persili) —finanzawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Borsa, Fiorese (Kucher): “Nomi più attesi Ipo? Cisalfa, Aeroitalia, Plenitude o Golden Goose”
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