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Borsa: maratona semestrali in arrivo, apre Poste ma la scena è di Unicredit

(Adnkronos) – Dopo aver mostrato maggiore tenuta rispetto agli altri principali listini europei di fronte al nuovo allarme dazi dagli Stati Uniti, Piazza Affari si prepara alla maratona delle semestrali. A partire da martedì prossimo le aziende quotate sono chiamate alla presentazione dei conti, al giro di boa di un 2025 all’insegna dell’incertezza e della volatilità sui mercati finanziari, stretti tra effetti della geopolitica e strategie delle banche centrali ancora poco delineate (in primis la Fed). Sarà una settimana di fuoco per il Ftse Mib? Molto dipenderà da Unicredit, che presenta i conti martedì prossimo o al più tardi mercoledì mattina, prima dell’avvio delle contrattazioni in Europa. Saldamente al centro del risiko bancario, l’istituto guidato da Andrea Orcel è impegnato sul doppio fronte Commerzbank e Banco Bpm. In questo senso il termometro è pronto a salire, per quello che è uno dei periodi più densi della stagione finanziaria. Spiega Andrea Cartisano, consulente finanziario di Giotto Cellino Sim: “Certamente c’è da aspettarsi una settimana incandescente. Il mercato ci sta abituando a reazioni esagerate per ogni trimestrale e non sempre comprensibili, almeno all’apparenza. Basti pensare ad Asml, produttore olandese di microchip, massacrata in Borsa con vendite superiori all’11% nonostante dati molto buoni, o a Pepsi, che ha contratto gli utili del 60% ma ha fatto +7% a Wall Street. E in Italia un gruppo come Sesa, che fa 3,5 miliardi di euro di fatturato, nonostante risultati più che dignitosi è stata sospesa due volte per eccesso di ribasso”. Ad aprire le danze sarà Poste Italiane martedì 22 luglio. Il titolo ha chiuso la settimana poco mosso: -0,47% ma nei giorni scorsi Palazzo Chigi ha messo pressioni sulla società perché venga riaperta la trattativa con la Zecca di Stato per l’acquisto di Pago Pa, di proprietà del Tesoro, piattaforma che gestisce i pagamenti digitali per la Pubblica amministrazione. Trattativa che si era arenata sulla valutazione della piattaforma, 500 milioni di euro il punto di partenza per una partecipazione di minoranza. Mercoledì 24 sarà la volta di Moncler, il cui report costituisce una cartina di tornasole per il segmento del lusso, tra i più monitorati dagli investitori perché molto vulnerabili a causa dei dazi. Come già anticipato però è Unicredit ad avere tutti i riflettori addosso a causa delle crescenti speculazioni sul risiko bancario italiano. I conti saranno importanti ma ancora di più lo saranno le parole dell’amministratore delegato Andrea Orcel. Perché questa volta, oltre ai numeri, si cercano indizi sul futuro della banca in Europa. L’istituto di piazza Gae Aulenti, che a Piazza Affari la settimana scorsa ha aggiornato i massimi dal 2011 a quota 61,56 euro ad azione, è impegnata nella complicata acquisizione della quarta banca più importante della Germania, Commerzbank. Un vero e proprio braccio di ferro, visto che Berlino e l’istituto tedesco sono contrari all’operazione. Un portavoce del ministero delle Finanze tedesco nei giorni scorsi ha detto che “il governo federale sostiene la strategia d’indipendenza, questo punto lo abbiamo già chiarito a Unicredit” mentre giovedì una delegazione dei dipendenti di Commerzbank ha incontrato membri del Parlamento europeo per esprimere le proprie preoccupazioni in merito all’acquisizione da parte dell’istituto italiano. Complessa è anche l’Ops che Unicredit ha lanciato su Banco Bpm. Palazzo Chigi ha invocato il golden power per impedire l’operazione, sgradita anche all’istituto di Piazza Meda. In questo senso nei giorni scorsi si era anche sparsa la voce di una possibile convocazione di un Cda straordinario per Piazza Gae Aulenti entro la fine della settimana.  A completare la settimana, tra il 23 e il 24 luglio c’è attesa anche per il bilancio di Italgas, che a Piazza Affari ha chiuso la settimana sopra i 7 euro ad azione – area che non vedeva da 22 anni – fresca di acquisizione di 21 Rete Gas, ma anche di Saipem, anch’essa attiva nell’M&A con la fusione con il colosso norvegese Subsea7, e di Stmicroelectronics, a cui toccherà illustrare l’andamento del cruciale comparto dei semiconduttori. Per Andrea Cartisano “la società italo francese vive un po’ il paradosso di questo mercato. Stm ha riportato un -89% di utile netto nel primo trimestre (inoltre sono previsti 5.000 tagli di posti di lavoro nei prossimi tre anni NdR). Eppure è stata in grado di recuperare quasi l’80% dai minimi in Borsa del 7 aprile scorso, grazie anche alle buone trimestrali di Nvidia, Tsmc e On Semiconductor”. La settimana si chiude venerdì 25 luglio con i conti di Eni, in questo caso riflettori puntati sull’andamento dei prezzi delle materie prime e le strategie del colosso petrolifero, a partire dal recente accordo con Global Infrastructure Partners, tra i principali gestori indipendenti di fondi infrastrutturali a livello globale controllato da Blackrock, per la vendita del 49,99% di Eni Ccus Holding, attiva nel settore della Carbon Capture, Utilization and Storage. Il valore dell’operazione sarebbe di circa un miliardo di euro.  —finanzawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

© Riproduzione riservata

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