(Adnkronos) – Una ventata nuova nella finanza italiana. Così Marco Osnato, presidente della Commissione Finanze alla Camera, commenta all’Adnkronos la conquista di Mediobanca da parte di Mps. “Il mercato ha premiato la perseveranza e il coraggio di Monte di Paschi e del suo amministratore delegato Luigi Lovaglio, che ha portato alla acquisizione di Mediobanca”, sottolinea Osnato. “Ora la sfida – prosegue – sta nel riuscire a coniugare la rete di piccole e medie imprese di Monte di Paschi con l’idea di banca d’affari di Mediobanca in modo da far crescere ulteriormente il sistema produttivo italiano. Certo, tutto questo è stato possibile grazie anche alla volontà dimostrata dal governo di risanare Monte di Paschi e di affidarlo a manager capaci”, sottolinea. ” Mi sembra – conclude – che ci sia una ventata nuova nell’economia e nella finanza italiana, troppo spesso ostaggio di un capitalismo bloccato, che oggi vede invece la possibilità di affrontare nuove sfide”. Mps ha conquistato il controllo di diritto su Mediobanca, con un numero di adesioni pari al 62,29% del capitale, superando la soglia del 50%. Non è più solo primo azionista, è dominus: adesso non resta che attendere, con la riapertura del periodo di offerta previsto tra il 16 e il 22 settembre questa percentuale potrebbe salire ulteriormente e magari raggiungere quel 66,7%, numero da cerchiare in rosso perché permetterebbe di procedere alla fusione attraverso un’assemblea straordinaria. Dopo venti anni sta per volgere al termine l’era di Alberto Nagel, il capitano di Piazzetta Cuccia. Secondo il Financial Times l’intero consiglio di amministrazione di Mediobanca ha intenzione di dimettersi durante una riunione in calendario il prossimo 18 settembre, anche se l’addio verrebbe formalizzato solo dopo la designazione del nuovo management. Ma a quanto apprende Adnkronos da voci raccolte in ambienti finanziari lo scenario potrebbe evolvere rapidamente, questione di giorni: con dimissioni magari formalizzate già dopo la fine del periodo di riapertura. Si tratta di ipotesi, per ora lo scenario è mutevole. Quello che è certo è che il Monte dovrà mettere a punto la nuova governance e già ci si chiedono due cose: chi sarà il nuovo numero uno e cosa cambierà. “E’ sicuramente la fine di in epoca ma, a costo di essere un po’ controcorrente, non mi aspetto degli sconvolgimenti clamorosi”, spiega all’Adnkronos Michele Calcaterra, professore di Finance Corporate all’Università Bocconi. “La governance è ovviamente un “mondo nuovo” ma il posizionamento industriale della nuova entità mi aspetto che sia una somma efficiente di quanto erano i gruppi di provenienza”, sottolinea. “Quindi non una razionalizzazione tipica di quelle che avvengono nei processi di concentrazione industriale ma piuttosto un posizionamento più efficiente lungo tutta la filiera dei servizi finanziari, da quelli tipici delle banche commerciali fino a quelli più propriamente riferiti all’investment banking”. (di Andrea Persili) —finanzawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Mps-Mediobanca, Osnato: “Ventata nuova per una finanza spesso ostaggio di un capitalismo bloccato”
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