(Adnkronos) – È aperta la battaglia sindacale sulle possibili ripercussioni che l’ops lanciata da Monte dei Paschi di Siena su Mediobanca potrebbe avere. Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, UIlca e Unisin sono in prima linea e hanno assicurato il loro impegno a tutelare con ogni mezzo l’occupazione e i livelli di servizio, vigilanto con attenzione sull’evoluzione dell’operazione, qualunque sia l’esito. Francesca Lo Russo, segretaria generale della sezione milanese di Fisac Cgil, fa chiarezza sulla situazione.
Quali sono le vostre priorità a questo punto della trattativa?
Noi presteremo attenzione all’evoluzione della situazione e ci occuperemo, se ci saranno delle ricadute, del futuro di lavoratrici e lavoratori. La nostra priorità è difesa dell’occupazione, anche in termini di qualità.
Quali sono le principali preoccupazioni dei sindacati riguardo all’impatto dell’ops sui lavoratori di Mediobanca e quali garanzie chiedete?
Le nostre preoccupazioni sono quelle “classiche”, che riguardano in primo luogo i livelli occupazionali. Qualora dovessero esserci impatti negativi sull’occupazione chiederemo che si faccia ricorso agli strumenti previsti dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, in particolare il Fondo di Solidarietà di settore, che non ha impatti a livello generale, poiché viene finanziato dai lavoratori e dalle banche. Abbiamo poi a cuore il tema di preservare le professionalità di chi lavora, e abbiamo Fondi che finanziano la riqualificazione professionale, ove fosse necessario. Infine ci preme tutelare la presenza del presidio bancario sui territori – da nord a sud – per far sì che non vengano meno quelle attività che vanno considerate a tutti gli effetti un servizio pubblico.
Quanto è importante difendere i livelli di servizio alla clientela e i presidi territoriali in questa fase di possibile riorganizzazione?
Moltissimo. La desertificazione bancaria è un tema che affrontiamo da anni. C’è anche un tema di presidio del territorio dal punto di vista della legalità. Per essere chiari: è fondamentale mantenere i presidi necessari, anche se vediamo che spesso questo non avviene. La diminuzione del numero di sportelli è un fenomeno osservabile ovunque, anche nelle metropoli, ma di impatto rilevante nei piccoli centri, dove non sono presenti alternative
C
ome giudicate la comunicazione interna da parte dei vertici di Mediobanca rispetto a questa operazione? Ritenete che ci sia stata sufficiente trasparenza verso i lavoratori?
Si tratta di operazioni tra società quotate: le informazioni arrivano quando le decisioni sono state prese. Solo a quel punto prendono avvio le trattative con i sindacati. Anche in questo caso non c’è nulla che non faccia parte di una classica operazione di mercato. È un periodo di risiko molto intenso e c’è la massima attenzione sia da parte dei sindacati che delle lavoratrici e dei lavoratori. Abbiamo alcune idee, ma ci atteniamo fermamente al nostro lavoro.
Perché avete scelto di non esprimere un parere formale sull’ops in questa fase?
Non è compito del sindacato esprimere valutazioni sulle dinamiche di mercato in sé. Se invece dovesse esserci un impatto negativo sui livelli occupazionali, allora sì che diremo la nostra. Siamo rappresentanti dei lavoratori: la nostra attenzione guarda in primo luogo in quella direzione. Ovviamente, trattandosi di infrastrutture strategiche, nel caso delle operazioni societarie tra le banche è il progetto industriale complessivo che deve avere un respiro di interesse generale, per quanto riguarda i dipendenti, la clientela, il paese. Questo non c’è bisogno che lo diciamo noi, ma è chiaro che possono avere una serie di ricadute su cui noi prenderemo posizione, se necessario.
Quali azioni concrete intendete mettere in campo per vigilare sull’evoluzione dell’operazione e per informare e tutelare i lavoratori nei prossimi mesi?
Siamo sempre presenti nelle aziende e attenti a quel che accade. Noi facciamo monitoraggio e informazione. Non abbiamo un piano preventivo, dobbiamo vedere cosa accadrà, come verrà fatto e quali ricadute concrete avrà. A quel punto decideremo cosa sia più opportuno fare, in primo luogo a tutela di chi lavora. Abbiamo competenze e strumenti adeguati. (di Marco Cherubini) —finanzawebinfo@adnkronos.com (Web Info)