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Tesla, Debach: “Caporetto contabile? Occhio al futuro del titolo…”

(Adnkronos) – “Tesla non ha soddisfatto le aspettative, già riviste al ribasso, degli analisti per il primo trimestre. Gli utili per azione si sono attestati a 0,27 su ricavi di 19,3 miliardi di dollari, ben al di sotto delle stime medie di 21,4 miliardi di dollari (+1% atteso su base annua). Il risultato è una vera Caporetto contabile: un fatturato in calo del 9% su base annua e con un delta rispetto alle attese del -10%, un divario così profondo che non si vedeva da anni”. Così Gabriel Debach, market analyst di eToro, su Tesla.  “Eppure, nonostante un trimestre debole su quasi tutti i fronti (ricavi, margini, consegne) il titolo Tesla sta crescendo di oltre il 5% in after-market. Come già nella precedente trimestrale (+2,87% post earning di fine gennaio), il mercato sembra guardare oltre i numeri. Perché, se è vero che Tesla manca le attese, è altrettanto vero che Elon Musk continua a guidare le aspettative come nessun altro Ceo al mondo”, sottolinea. “Tesla, infatti, continua a trattare su multipli da equity visionaria: P/E forward a 89,7x, contro i 27x di Amazon, i 20x di Meta e Nvidia, e i 17x di Alphabet. La forza di Musk, più dei dati”. La pressione più significativa è sul piano strategico. “Musk ha ammesso che l’incertezza commerciale e politica – dazi, reazioni al suo ruolo nel DOGE, boicottaggi coordinati – sta condizionando costi, domanda e visibilità. Eppure, oggi il titolo sta salendo in after market”, dice. Perché la narrazione resta intatta. “Il mercato continua a comprare visione più che conto economico. Musk parla ora di “sustainable abundance” come orizzonte strategico, fondato su robotica e AI, in un cambio di tono rispetto all’epica industriale del Q4 (dove si evocava un “epic 2026 and ridiculous 2027”). Ma il messaggio rimane coerente: il futuro, non il presente, è il vero motore del titolo”, spiega. Il problema, però, è che questo presente inizia a pesare. “Il 14 aprile 2025, Tesla ha incrociato il suo 13° Death Cross dalla quotazione. Ricordiamo che il death cross si verifica quando la media mobile a breve termine (di solito quella a 50 giorni) scende sotto la media mobile a lungo termine (spesso quella a 200 giorni). Questo incrocio è considerato negativo e può indicare che i prezzi potrebbero continuare a scendere”, dice. “Un segnale tecnico che, in apparenza, si aggiunge a una lunga cronaca di volatilità. Ma stavolta il contesto lo rende tutt’altro che trascurabile. Storicamente, dopo un Death Cross Tesla ha spesso proseguito la discesa: in 5 casi su 12, il drawdown ha superato il -25%”, afferma. “A rendere tutto più emblematico è l’entità del ribaltamento: +82% di performance massima tra due trimestrali (dal Q3 2024 al Q4 2024), seguita in meno di tre mesi dalla discesa più brusca degli ultimi dieci anni. Un passaggio da best performer a worst drawdown che fotografa con precisione la fragilità di un titolo alimentato più da storytelling che da contabilità. Quando la narrativa non trova più ancoraggio nei fondamentali, l’asimmetria si inverte: il pricing power svanisce, ma la reputazione continua a prezzare”, prosegue.  “E Tesla, in questo momento, sconta proprio quel differenziale: tra ciò che promette e ciò che il mercato – sempre meno paziente -inizia a chiedere. Perché Musk è ancora capace di fare quello che pochissimi leader sanno fare: costruire consenso quando i numeri non bastano, e il suo prossimo ritorno al volante è quello che gli investitori si aspettavano”.  —finanzawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

© Riproduzione riservata

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