(Adnkronos) – L’unione bancaria? “Potrà esserci a condizione che ci siano regole chiare e che la si faciliti. In questo momento non è così”. E in Italia “ci sono due banche eccellenti come noi e intesa Sanpaolo. Non sono molti i Paesi che possono vantare ben due campioni europei in un settore e i campioni vanno fatti crescere”. Sono queste le parole del ceo di Unicredit, all’indomani dei risultati semestrali del gruppo che hanno visto un secondo trimestre da record, intervistato dal Corriere della Sera. Il Gruppo Unicredit, grande protagonista del risiko bancario, ha annunciato pochi giorni fa il ritiro della propria offerta su Banco Bpm. In una call con gli analisti nella giornata di ieri, 23 luglio, Orcel, incalzato dalle domande, ha ribadito come il dovere della banca non sia proseguire sulla strada di m&a, ma “di creare valore”. “Se un’operazione non crea valore per i nostri shareholder non abbiamo problemi a ritirarci”, così è stato per l’operazione sul Banco. E ad avere il mirino su Piazza Meda sono ora i francesi di Crédit Agricole che puntano a superare la quota del 20% nel capitale sociale dell’istituto bancario. “Hanno fatto quello che ci si aspettava – ha detto al Corriere della Sera Orcel -, aumentando gradualmente la loro partecipazione sino al 20%, e chiedendo l’autorizzazione a superare questa soglia. Questo li pone in una posizione di riferimento in Banco Bpm e per estensione nel sistema bancario italiano”. Il risiko non si ferma, anzi “si sta muovendo rapidamente con molti attori coinvolti”. Il numero uno di Unicredit ritene “interessante” vedere come cambieranno gli equilibri “sia in generale che nelle singole istituzioni”. Nel quadro si innesta anche la situazione del risparmio di Generali: “Noi oggi abbiamo reinternalizzato il 51% delle joint venture con Cnp Vita e Allianz e siamo diventati il quarto assicuratore Vita in Italia. Nel farlo abbiamo reinternalizzato 46 miliardi di risparmio italiano, operazione che non ha visto l’opposizione del Golden power, a differenza di quanto successo su Banco Bpm. Tornando a Generali, avevamo una partecipazione finanziaria che speravamo potesse supportare alcuni accordi industriali”. Sulla riduzione della quota che la banca di Piazza Gae Aulenti ha nel Leone, l’ad ha risposto che è già stata ridotta, rassicurando poi che “le possibilità su Generali in questo senso sono ancora aperte, ma non sono di fusione, piuttosto di partnership nella distribuzione dei loro prodotti”. Sul panorama europeo, resta centrale resta l’operazione su Commerzbank. “Siamo esattamente dove abbiamo detto che saremmo stati a settembre dell’anno scorso, con una partecipazione del 30%, avendo ricevuto tutte le autorizzazioni – ha sottolineato Andrea Orcel -. Beneficeremo del consolidamento dell’investimento che ci permetterà di migliorare ulteriormente la dinamica dei nostri ricavi, del nostro utile netto e delle nostre distribuzioni. Tutto nell’interesse dei nostri azionisti”. Ad oggi non c’è nient’altro. Simile la situazione con Alpha Bank in Grecia: “Tra i due investimenti abbiamo usato 4 miliardi di capitale ottenendo 800 milioni di utile netto che crescerà nel tempo. Meglio di quanto avremmo conseguito ricomprando le nostre azioni per un ammontare equivalente. Dopo di questo ci restano ancora 5 miliardi che, considerando la distribuzione di oltre 30 miliardi in 3 anni, sono un ‘di cui'”. Fondi che non resteranno fermi. “Aumenteremo le distribuzioni o le useremo per acquisizioni se ci saranno le condizioni o faremo quello che abbiamo fatto con Alpha Bank e Commerznank se troviamo altre opportunità”. —finanzawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Unicredit. Parla l’ad Andrea Orcel: “Unione bancaria con regole chiare”. E sul Banco: “Crédit Agricole in posizione di riferimento”
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