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Ranucci in Commissione Antimafia, a domanda su Fazzolari seduta secretata

(Adnkronos) – È durata all’incirca un’ora l’audizione del giornalista Sigfrido Ranucci davanti alla Commissione parlamentare Antimafia, sull’attentato dinamitardo avvenuto davanti alla sua abitazione lo scorso 16 ottobre. “A nome di tutti i membri della nostra Commissione la più sincera solidarietà e ferma condanna per quanto avvenuto. La presenza di Ranucci qui dimostra che intendiamo stare al suo fianco di fronte a tentativi di intimidazioni tanto gravi che non possono mai essere sottovalutati”, ha detto la presidente della Commissione parlamentare Antimafia Chiara Colosimo in apertura di seduta dell’organismo parlamentare.  

Una parte dell’audizione è stata secretata. Il senatore Scarpinato ha preso la parola e posto una domanda sul lavoro di Report sul caso Moro, sul caso Mattarella e le piste sull’eventuale partecipazione di soggetti esterni alle stragi ’92-93. In seguito Scarpinato, ha chiesto: “Dopo una puntata di report che riguardava la presidente del consiglio Meloni, lei ha dichiarato di essere stato pedinato su richiesta del sottosegretario Fazzolari: ci vuole raccontare meglio questo episodio e farci capire se ci può essere una connessione con quello che gli è accaduto”, ha detto Scarpinato. Il cronista ha chiesto di rispondere in modalità segreta. 

La Commissione Antimafia “è un luogo istituzionale, sentire che le istituzioni sono vicine è sempre un bel segnale; per me e per tutti i colleghi che esercitano la libertà di stampa sapere che lo Stato è vicino è un segnale bello per la democrazia al di là delle polemiche e della diversità di idee”, ha poi affermato al termine. “Il confronto è importante – ha aggiunto – Ringrazio la presidente Colosimo e tutti quanti i commissari perché hanno mostrato tanta attenzione a quello che abbiamo detto”.  

Sulla vicenda del Garante Privacy, il giornalista ha voluto “ringraziare Ghiglia perché è stato uno dei tre, che hanno votato, che ha avuto un rigurgito di coscienza perché probabilmente non voleva sanzionare Report”. “Noi abbiamo dimostrato perché gli altri invece avevano interesse, diciamo anche personale o politico, nel voler sanzionare. Ghiglia è rimasto, diciamo, vittima del suo rigurgito di coscienza – conclude – Perché è andato a chiedere che cosa avrebbe dovuto fare ad Arianna Meloni”. 

Rispondendo a una domanda proprio sulla sorella della premier, Ranucci ricorda che “non ha detto ancora nulla, non ha detto dei contenuti di quei colloqui. Ha espresso però l’idea che secondo lei l’audio che noi abbiamo mandato non era di interesse pubblico”. “Io mi chiedo da giornalista – ha aggiunto – come fa a non essere considerato di interesse pubblico un audio in cui la moglie di un ministro, che non è una persona privata, ma è una collega Rai come lo sono io, chiede al ministro di intervenire sul suo capo di gabinetto altrimenti si sarebbe sostituita a lui nel chiedere di bloccare una nomina”. 

Quando all’esplosione dell’auto avvenuta davanti a casa sua tra il 16 e il 17 ottobre scorso, Ranucci afferma che non ci sono state altre “minacce, nessun episodio particolare da segnalare”. Il cronista ricorda che un particolare che “è oggetto di indagine” riguarda la tempistica legata al posizionamento dell’esplosivo e al suo rientro a casa. “Io ho avvisato con un messaggio la scorta quasi a ridosso della mia partenza”, ha sottolineato Ranucci. Poi un’altra “coincidenza è che, qualche giorno prima, avevo lanciato i temi della puntata attraverso il profilo social”, ha continuato. Ranucci ha anche voluto cogliere l’occasione “per ringraziare gli uomini della Polizia e i carabinieri che mi hanno sempre garantito la massima sicurezza”. 

Infine, in vista della sua audizione domani, in Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, e di quella direttore Approfondimento della Rai, Paolo Corsini, Ranucci spiega che “Corsini è un direttore che va rispettato perché è un direttore che mi ha lasciato libero dal punto di vista editoriale. Per me la libertà dal punto di vista editoriale è un valore inestimabile e quindi da parte mia lo ringrazio”. “Vorrei che credesse di più nella difesa di Report e riuscisse a farci ridare le quattro puntate che sono state tagliate e magari cercare di battere di più i pugni sul tavolo di chi decide per valorizzare ancora di più una trasmissione come Report”, conclude. 

 

 

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