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Syngenta Italia celebra 25 anni di innovazione e sostenibilità nel settore agro-industriale

(Adnkronos) – In 25 anni di attività, Syngenta ha attraversato trasformazioni profonde, affermandosi tra i leader mondiali dell’agro-industria. Un quarto di secolo che ha consolidato la capacità di investimento in ricerca e sviluppo e ampliato la presenza nei mercati emergenti, mantenendo una forte autonomia operativa e strategica. In Italia, l’azienda impiega circa 300 collaboratori e ha registrato nel 2024 un fatturato di oltre 200 milioni di euro, operando lungo l’intera filiera agricola attraverso tre divisioni: la protezione delle colture (crop protection), le sementi (seeds) e le soluzioni di ispirazione naturale (biologicals), quest’ultima in forte espansione grazie alla crescente attenzione alla sostenibilità. 

In occasione del venticinquesimo anniversario, che sarà celebrato il 13 novembre, l’amministratore delegato di Syngenta Italia Massimo Scaglia traccia un bilancio e guarda al futuro dell’azienda. “Venticinque anni di storia e di influenza sull’agricoltura italiana sono per noi un grande motivo di orgoglio – dice Scaglia all’AdnKronos -. I compleanni sono eventi da celebrare ma anche momenti di riflessione, e noi ci siamo chiesti qual è il fattore comune che mette insieme tutta questa lunga storia. Pensiamo che la vicinanza agli agricoltori, l’ascolto delle loro problematiche, il portare soluzioni innovative e la qualità delle persone sul territorio siano stati l’elemento di successo che ha rappresentato il filo conduttore di tutti questi anni”. 

Guardando indietro, Syngenta ha contribuito in modo significativo alla modernizzazione dell’agricoltura italiana, puntando su sostenibilità e innovazione. “Per noi – osserva Scaglia – la sostenibilità ambientale è sempre stata un elemento importante. Le pressioni delle organizzazioni ambientaliste hanno spinto la nostra ricerca verso soluzioni sempre più innovative e a minore impatto ambientale. Tuttavia, questa è un’avventura nata molti anni fa: Syngenta è da sempre impegnata a offrire soluzioni idonee con il minore impatto possibile. Naturalmente, questo deve essere abbinato alla redditività delle colture: è sempre un equilibrio tra sostenibilità e redditività che dobbiamo garantire agli agricoltori”. 

Con la riduzione a livello europeo delle sostanze attive disponibili, l’azienda ha scelto di investire in soluzioni alternative. “Stiamo gestendo la transizione investendo su soluzioni innovative – spiega il top manager -. Continuiamo a investire nella sintesi chimica, che riteniamo ancora necessaria, ma ci stiamo evolvendo verso prodotti meno impattanti. A livello globale, Syngenta investe un miliardo e mezzo di dollari l’anno in ricerca e sviluppo”. In Italia, il contributo alla ricerca è concreto e si articola in due centri di eccellenza: il centro globale per i biostimolanti ad Atessa, in Abruzzo – frutto anche dell’acquisizione di Valagro – e il centro di innovazione di Foggia, dedicato alla sperimentazione e allo sviluppo di nuove soluzioni per il territorio nazionale e internazionale. 

Il gruppo ha definito nel 2025 le proprie ‘Sustainability Priorities’, un programma globale con obiettivi misurabili in ambito di riduzione dell’impatto ambientale, tutela della biodiversità e supporto agli agricoltori. “A livello globale vogliamo aiutare gli agricoltori a operare al meglio nel rispetto dell’ambiente – sottolinea Scaglia -. In Italia siamo concentrati sull’agricoltura rigenerativa e su progetti che migliorino la salute del suolo. Lavoriamo su prodotti a base di microrganismi che possono sostituire fertilizzanti chimici come l’urea, riducendo così il consumo e le emissioni di azoto nell’aria. L’obiettivo è migliorare la qualità del suolo e dell’ambiente”. 

La digitalizzazione è una delle grandi sfide per il futuro del settore. Secondo Scaglia, la penetrazione delle nuove tecnologie è ancora limitata, ma in crescita. “L’adozione delle nuove tecnologie è ancora bassa, intorno all’8%, ma circa il 35% degli agricoltori si sta avvicinando al digital farming. Noi crediamo molto nell’integrazione tra la nostra offerta e le soluzioni digitali, perché consentono di migliorare l’efficacia dei prodotti, ridurre le dosi e intervenire solo dove e quando necessario”. 

L’intelligenza artificiale rappresenta una leva chiave per la competitività di Syngenta. “E’ uno strumento che stiamo adottando in diverse aree – argomenta – nella ricerca, perché ci permette di focalizzare gli sforzi su molecole più adatte alle esigenze degli agricoltori e ai requisiti regolatori; nella logistica, per ottimizzare le consegne e ridurre emissioni di CO2; e nei processi interni, per aumentare l’efficienza e ridurre i costi. Ma soprattutto, l’Ai è centrale nel digital farming, dove aiuta gli agricoltori a prendere decisioni più mirate e sostenibili”. 

Guardando al futuro, conclude Scaglia, “credo che Syngenta tra 25 anni avrà ancora un ruolo importante per l’agricoltura italiana, perché questa è la nostra missione. Le nuove tecnologie ci aiuteranno a fornire un servizio sempre migliore e a guidare il mercato con soluzioni innovative. Continueremo a farlo mettendo le tecnologie più avanzate al servizio degli agricoltori e dell’agricoltura italiana”. Con una visione che unisce innovazione, sostenibilità e prossimità al territorio, Syngenta Italia si prepara così ad affrontare il prossimo quarto di secolo, confermando la propria leadership e il proprio impegno per un’agricoltura sempre più rigenerativa e tecnologica. 

economia

webinfo@adnkronos.com (Web Info)

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