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Autorità portuali, è ancora stallo sulle nomine dei presidenti. Il nodo è politico

LIVORNO – Le nomine dei presidenti delle Autorità di sistema portuale restano ferme a Roma, nonostante il ministero delle infrastrutture e dei trasporti le abbia formalizzate da mesi.

Senza il via libera della Commissione trasporti del Senato, i designati non possono insediarsi e i porti italiani – tra cui quelli toscani di Livorno e Marina di Carrara – restano con una guida commissariale o provvisoria.

Il nodo è tutto politico. Nel centrodestra la partita è diventata un braccio di ferro: la Lega, con Salvini e il vice Rixi che hanno la delega, spinge per piazzare uomini di fiducia, mentre Fratelli d’Italia e Forza Italia frenano, contestando sia i profili scelti sia il metodo, spesso accusato di bypassare regioni ed enti locali. La premier Giorgia Meloni avrebbe addirittura imposto di congelare le nomine definitive fino a settembre, per gestire personalmente il dossier.

Il caso che rischia di far saltare il tavolo è quello di Annalisa Tardino, ex europarlamentare leghista, nominata commissaria straordinaria per la Sicilia occidentale senza consultare la Regione, scatenando l’opposizione del governatore Schifani e un ricorso al Tar. Ma le tensioni non riguardano solo la Sicilia: a Napoli-Salerno è stato scelto Eliseo Cuccaro, imprenditore della navigazione vicino alla Lega, ma già nel mirino per possibili conflitti d’interesse. A Trieste il presidente designato Antonio Gurrieri è finito indagato per riciclaggio, mentre a Civitavecchia la nomina di Raffaele Latrofa – vicesindaco di Pisa in quota FdI – è stata contestata per mancanza di esperienza nel settore portuale.

Un quadro che riflette le divisioni interne alla maggioranza sul tema e che si ripercuote anche sulla Toscana. Livorno, commissario Davide Gariglio, è il primo scalo regionale e hub strategico del Mediterraneo, attende una governance stabile per gestire traffici container, crociere e logistica. Piombino, sempre gestito dal’autorità portuale livornese, è cruciale per la riconversione energetica e le infrastrutture legate al rigassificatore, mentre Marina di Carrara con Bruno Pisano punta a consolidare i rapporti con il distretto del marmo e sviluppare il traffico passeggeri nella zona ligure. Senza presidenti pienamente operativi, i progetti rischiano rallentamenti e incertezze.

In totale sono 9 le autorità portuali ancora senza presidente, su 16 esistenti, che coordinano 62 scali di interesse nazionale. Si tratta di incarichi che valgono fino a 230mila euro annui e che hanno un peso determinante sulle scelte urbanistiche e strategiche della fascia costiera. Non a caso il dossier è diventato un terreno di scontro politico: “La politica discute, i porti aspettano” è il commento che circola tra operatori e amministratori locali.

In Toscana, l’attesa si fa pressante: istituzioni e categorie economiche chiedono certezze per non perdere tempo prezioso in una fase cruciale di rilancio e transizione ecologica. Ma fino a quando lo stallo politico non sarà risolto a Roma, la governance degli scali resta congelata.

REDAZIONE

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