FIRENZE – Il consiglio regionale della Toscana ha approvato a maggioranza il nuovo Piano faunistico venatorio, strumento di pianificazione che definisce indirizzi e obiettivi per la gestione del territorio agricolo-forestale, la protezione della fauna e la regolamentazione dell’attività venatoria.
L’atto, illustrato in aula dal presidente della Ccmmissione sviluppo economico e rurale Gianni Anselmi (Pd), ha ottenuto 23 voti a favore (Pd e Italia Viva), un voto contrario (Gruppo misto-Alleanza Verdi e Sinistra) e 11 astensioni (FdI, Lega e Gruppo misto-Merito e Lealtà).
Sono stati approvati sei emendamenti a firma Anselmi, mentre è stato respinto quello presentato da Fratelli d’Italia per rinviare la pubblicazione del piano al 25 agosto, in considerazione del periodo estivo. Nonostante il rigetto, lo stesso Anselmi ha aperto alla possibilità di far slittare la pubblicazione “anche all’1 settembre”.
Accolto, invece, un ordine del giorno del Partito Democratico che prevede l’istituzione di un tavolo permanente di concertazione in materia faunistico-venatoria, con il coinvolgimento di Regione, Atc, polizie provinciali, rappresentanti del mondo agricolo, venatorio e ambientalista, al fine di condividere strategie, affrontare criticità e monitorare in modo partecipato l’attuazione del Piano. Prevista anche l’organizzazione periodica degli Stati generali della fauna e dell’agricoltura, come momento pubblico di confronto e revisione delle politiche regionali.
Respinto, invece, un ordine del giorno di Fratelli d’Italia volto alla valorizzazione della figura del cacciatore, mentre è stata approvata all’unanimità una risoluzione della Lega (prima firmataria Elena Meini) per coinvolgere maggiormente le squadre di cacciatori specializzati nel contrasto agli ungulati, in particolare i cinghiali.
Obiettivi e contenuti del Piano
“È il primo piano autenticamente regionale”, ha spiegato Anselmi, sottolineando che per la prima volta si affronta una pianificazione omogenea del territorio su scala regionale. L’obiettivo generale è conservare le specie di fauna selvatica e programmare il prelievo venatorio in modo sostenibile, basandosi su stime quantitative e valutazioni sullo stato di conservazione delle specie migratrici. Il documento tiene conto degli interessi non solo del mondo venatorio, ma anche della sicurezza stradale, della tutela ambientale e della salvaguardia delle produzioni agricole, spesso danneggiate dalla fauna selvatica.
Tra i punti chiave: tutela degli habitat e equilibrio ambientale; regolamentazione del prelievo venatorio, attraverso zone omogenee, aree di protezione e criteri di prevenzione dei danni; disciplina per appostamenti fissi di caccia e ripartizione del territorio tra zone vocate e non vocate per ciascuna specie di ungulato; protezione delle rotte migratorie e delle oasi faunistiche; riqualificazione attiva degli habitat e incremento della fauna selvatica
Il piano prevede anche una nuova cartografia interattiva consultabile online, revisioni periodiche degli strumenti di governo, investimenti in servizi informatici, valorizzazione del volontariato e formazione, con particolare attenzione alla sicurezza.
Un principio innovativo introdotto dal documento stabilisce che, dove è attiva la produzione agricola, il territorio sia considerato tendenzialmente non vocato alla presenza di specie incompatibili con le attività agricole.
Iter e prossime tappe
Il Ppano, giunto in aula dopo un percorso di consultazione con la Commissione territorio e ambiente, presieduta da Lucia De Robertis, apre ora alla fase di osservazioni da parte degli interessati. Dopo le controdeduzioni e il secondo voto in Consiglio, sarà approvato in via definitiva.
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