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Referendum 2025 Toscana, Pd: “Mancato quorum ferita per tutti”. Cgil: “Grande rammarico”. Esultanza centrodestra

Referendum 2025, nella Toscana prima in Italia per affluenza, oltre 39% alle urne con dato nazionale appena sopra 30%, esulta il centrodestra per il mancato raggiungimento del quorum per i cinque quesiti referendari abrogativi al voto 8 e 9 giugno.

Referendum che vedono Cgil promotore.

Con il segretario generale Landini in tour anche in Toscana per la campagna referendaria.

Deputato toscano Giovanni Donzelli, Fratelli d’Italia: “Hanno tentato una spallata al governo Meloni e per l’ennesima volta si sono slogati la spalla. Perché di questo si tratta. La spallata non è riuscita, nonostante tentativi anche molto sgradevoli. Hanno sciacallato sui bambini morti a Gaza e durante la manifestazione in pieno silenzio elettorale hanno fatto appello al voto. Hanno provato a raccontare che chi legittimamente sceglieva di non andare a votare era contro la democrazia”

Per il Pd Toscana, con la presidente Valentina Mercanti, consigliera regionale: “Il mancato raggiungimento del quorum è una ferita per tutti, non solo per le forze sindacali, politiche e civiche che hanno promosso i referendum. Ogni volta che la partecipazione è bassa si pone un problema democratico. Per questo il centrodestra fa malissimo a festeggiare, dimostrando scarso senso delle istituzioni: governare un Paese significa preoccuparsi della sua salute democratica. A livello di partecipazione spicca il risultato della Toscana: buonissima affluenza e nettissima prevalenza dei Sì. È la conferma di una cultura democratica viva, capace di mobilitarsi quando si parla di lavoro, diritti, dignità, e del grande impegno profuso dal Pd regionale: di tutte le sue anime, ci tengo a sottolinearlo. Di questo come toscani dobbiamo essere orgogliosi. Ma naturalmente c’è poco da cullarsi nella retorica della ‘Toscana isola felice’ perché la dinamica del voto nazionale conferma una preoccupante disaffezione alla partecipazione e perché i temi di fondo relativi al mondo del lavoro restano tutti sul tappeto. Non possiamo infatti dimenticare che esiste un’intera fascia del mondo del lavoro che resta esclusa da ogni tutela: partite Iva, lavoratori autonomi, professionisti che ogni giorno affrontano costi in crescita, zero garanzie, precarietà strutturale. Si tratta di tanti toscani che lavorano tanto, ma guadagnano sempre meno. Come Pd dobbiamo ripartire da qui. Le donne e i giovani, in questo contesto, sono i più penalizzati. Hanno redditi più bassi, tutele più deboli, carriere più frammentate, per non parlare delle aspettative previdenziali. Se non rimettiamo al centro della nostra azione politica quotidiana questa ingiustizia non c’è futuro possibile. Serve un nuovo patto sociale, che riconosca e protegga chi lavora fuori dai vecchi schemi. Trasformare questa consapevolezza in azione politica è il compito che abbiamo davanti. Non possiamo più rimandare. Il lavoro non può continuare a essere l’anello debole dell’Italia”.

Cgil Toscana con segretario generale Rossano Rossi: “C’è grande rammarico per il mancato raggiungimento del quorum, ma dai referendum di oggi esce comunque un segnale politico forte. I temi che abbiamo posto – il lavoro, i diritti, l’accesso alla cittadinanza – restano centrali nella nostra attività. Hanno trovato sostegno in uno schieramento sociale ampio, che ha saputo allargare l’attenzione e costruire nuove convergenze. Milioni di persone votando hanno espresso il bisogno di più diritti su lavoro e cittadinanza, nonostante le mille difficoltà di questa campagna, silenziata dai grandi media mentre le forze politiche di maggioranza invitavano all’astensionismo. In Toscana il voto conferma quanto sia stata importante l’attività sul campo svolta in queste settimane e il lavoro collegiale con i vari compagni di viaggio e la rete della Via Maestra. È stata una campagna molto bella, una grande attivazione di energie, una mobilitazione capillare che ha coinvolto territori, persone, realtà associative e sociali. È stata anche una risposta, pur se parziale, alla crisi democratica.

A tutte e tutti coloro che si sono spesi in questa campagna va il nostro grazie. Il percorso non finisce qui, c’è una grande base da cui ripartire. Il lavoro resta una priorità e continueremo a batterci perché sia al centro delle scelte del Paese”

Emiliano Fossi, segretario Pd Toscana: “Auspicavamo ad un risultato più consistente, ma i 15 milioni di cittadine e cittadini che si sono recati alle urne sono un risultato importante di fronte ad un governo che ha fatto di tutto per boicottare l’adesione al referendum e che ha silenziato ogni forma di informazione, soprattutto nei canali pubblici. Siamo comunque soddisfatti del fatto che in Toscana abbiano votato tantissime persone, sfiorando del 40% l’affluenza, portando la nostra regione ad essere una di quelle dove c’è stata più partecipazione. Questo dato riconosce il lavoro fatto sul territorio dal Pd Toscana con la CGIL e le altre forze politiche che si sono mobilitate in maniera capillare per informare le elettrici e gli elettori. Ne usciamo convinti della responsabilità e dell’impegno che dovremo avere per portare avanti le giuste battaglie specialmente in vista delle prossime elezioni regionali”.

Matteo Renzi, senatore toscano leader Italia Viva: “”Se il centrosinistra vuole vincere, deve costruire un’alternativa al Governo Meloni del 2025 e non al Governo Renzi del 2015. Facciamolo insieme sulle sfide concrete: stipendi, tasse, sicurezza, giovani, sanità. Si può fare ma serve meno ideologia e più politica”.

Nicola Fratoianni, deputato toscano Avs, con Angelo Bonelli: “Il quorum non è stato raggiunto, è vero. Ma ci sono oltre 15 milioni di cittadine e cittadini che hanno scelto di votare, e con circa 13 milioni di Sì, lanciano un messaggio forte e chiaro, più forte persino del consenso che oggi regge Giorgia Meloni a Palazzo Chigi. Se Meloni crede che l’astensione sia un segnale politico a suo favore, commette un grave errore. Certo, quei 13 milioni non sono nemmeno ‘nostri’, ma di un’Italia che chiede ascolto, che pretende impegno. Ed è con questa parte del Paese che vogliamo costruire l’alternativa. Alle prossime elezioni politiche non ci sarà un quorum a salvare Giorgia Meloni. E soprattutto non potrà essere ignorata la realtà quotidiana di milioni di persone colpite dal lavoro povero, dalla precarietà e dall’insicurezza nei luoghi di lavoro. Temi su cui questo governo non solo tace, ma agisce per peggiorare le condizioni dei lavoratori con leggi che aumentano sfruttamento e fragilità”.

 

Bernardo Marasco, segretario generale Cgil Firenze: “Il voto di oggi ci lascia con l’amaro in bocca per il mancato raggiungimento del quorum, anche se il dato di Firenze, prima provincia in Italia per affluenza (oltre 100.000 sì sul singolo quesito espressi solo nel comune di Firenze), riflette la presenza di un tessuto socio-politico fatto di persone, reti, associazioni e realtà che hanno dimostrato di esserci e di saper vivacizzare la partecipazione democratica del nostro territorio. Un tessuto che sarà in grado di rispondere alle prossime sfide che sono ancora davanti a noi. Questa campagna referendaria, ignorata dai grandi media, picconata dagli inviti all’astensionismo dei partiti della maggioranza di governo, al di là dell’esito formale è stata una grandissima esperienza per ognuno di noi ed è servita a riportare al centro dell’agenda pubblica temi fondamentali come il lavoro, i diritti, l’accesso pieno alla cittadinanza. In ogni caso, è emersa dai numeri dei votanti una grande fame di diritti. Il nostro territorio sarà l’avanguardia di questa battaglia per la valorizzazione del lavoro e il sostegno alle condizioni sociali delle persone. Ringrazio di cuore tutti quanti si sono mobilitate con impegno in questa campagna elettorale. Si è riaccesa una discussione che continueremo ad alimentare con forza e determinazione, da qui ripartiamo. La crisi della democrazia si combatte praticandola. Le nostre battaglie per il lavoro e per la giustizia sociale non si fermano oggi”.

Chiara Tenerini, deputata toscana Forza Italia: “Con il voto (o meglio, con il non voto) di questi due giorni si è chiusa una pagina referendaria che non avrebbe mai dovuto aprirsi nei termini in cui è stata proposta. Una forzatura evidente dello strumento referendario, conclusasi con la bocciatura più netta: quella dei cittadini che hanno scelto di non prestarsi a un uso distorto della democrazia. Non si riformano materie complesse come il diritto del lavoro — che toccano la vita quotidiana di milioni di persone e la competitività delle imprese — con quesiti tecnici ridotti a slogan semplificati.

Non si può pensare di cancellare tutele o correggere meccanismi con strumenti grossolani che creano più incertezza che progresso.
Non è stato un boicottaggio politico, come qualcuno prova a raccontare.
È stata una scelta di responsabilità degli italiani, che hanno compreso perfettamente la natura di questa consultazione: piegare un tema serio come il lavoro a una battaglia tutta ideologica, tutta elettorale, tutta strumentale.
È questo il vero svilimento della democrazia: usare la leva referendaria non per costruire, ma per misurarsi in un terreno che dovrebbe restare di confronto alto e condiviso.
Le riforme, quelle vere, si fanno nel Parlamento. Si fanno con il confronto fra posizioni diverse, con la competenza, con il senso delle istituzioni.
Non a colpi di accetta. Non con slogan. Non raccontando mezze verità.
I cittadini hanno mandato un segnale chiaro.
Ora si torni al lavoro serio, quello che produce tutele, sviluppo, crescita. E soprattutto fiducia”.

Diego Petrucci, consigliere regionale e vicecoordinatore regionale di Fratelli d’Italia: “Nonostante che le abbiano provate tutte, dall’appello al voto in pieno silenzio elettorale all’utilizzo improprio dell’alert system in alcuni Comuni, alla mobilitazione di tutto il mondo variegato della sinistra, i registri elettronici di classe, anche in Toscana il campo larghissimo, ben più largo della coalizione che appoggia Eugenio Giani, non arriva neppure al 40% , e resta bene al disotto del quorum.
E questo nonostante la discesa in gioco di un campo larghissimo con 5Stelle e sinistra in prima linea con CGIL e associazioni varie della galassia dell’ultra sinistra mobilitate per portare i cittadini al voto.
I dati del referendum, su cui Giani & Co si sono spesi senza tregua, sono il miglior sondaggio del clima regionale: la Toscana è contendibile. I toscani non credono più a questa sinistra che ha voluto spaccare i sindacati sul tema del lavoro  e non è riuscita nell’intento di far quantomeno sussultare per un secondo il Governo Meloni. Adesso è il momento di correre a più non posso fino alla data del voto ma bisogna sciogliere quanto prima la riserva sul nostro candidato Alessandro Tomasi”.

Claudio Baroncini, segretario Lega Salvini Toscana: “La sinistra aveva puntato sui referendum per dimostrare che il campo largo sarebbe stato vincente. Ebbene, affluenza decisamente sotto il quorum, anche nella sempre meno rossa Toscana. Eppure la mobilitazione da parte delle sinistre era stata massima, sfruttando tutti i mezzi possibili a disposizione. Conclusione: gli italiani, in generale, sono sempre meno vicini a Pd e soci e pure i toscani gli seguono sempre meno. Un buon segnale. I dati parlano chiaro. Cittadinanza anticipata? Anch’essa bocciata. È chiaro a tutti che, semmai, occorra al più presto un Cpr anche nella nostra Regione per rimpatriare chi non rispetta le regole. Altro buon motivo per votare Lega alle prossime elezioni regionali”.

Elena Meini, consigliera regionale Lega e candidata Lega presidente Regione Toscana. “Nonostante i goffi e imbarazzanti tentativi di spingere i cittadini al voto con metodi ai limiti della propaganda, il referendum è stato sonoramente bocciato – anche in Toscana – e questo ci fa ben sperare per il futuro del nostro territorio. Questi dati dimostrano chiaramente una cosa: la Toscana sta cambiando. I cittadini si stanno stancando di una sinistra arrogante, che usa ogni mezzo per difendere un sistema ormai logoro ed autoreferenziale. E questo ci fortifica ancora di più come Lega e come Centrodestra unito: il cambiamento è possibile, anzi, è vicino. Non molliamo, anzi, rilanciamo con ancora più convinzione la nostra battaglia per una Toscana diversa, concreta e finalmente libera!”.

Claudio Stanasel, Lega Salvini, consigliere nazionale Mondo al Contrario, vicepresidente del Consiglio Comunale di Prato: “Il referendum promosso dalla sinistra italiana si è concluso con un clamoroso flop, segnando una delle bocciature popolari più nette degli ultimi anni. A livello nazionale l’affluenza è rimasta molto al di sotto del quorum necessario, così come in Toscana e nella provincia di Prato, evidenziando il netto rifiuto dei cittadini verso una consultazione politicizzata e priva di reale sostegno popolare.​

Questo referendum era un’operazione costruita ad arte per attaccare il Governo e alimentare la solita battaglia ideologica sulla cittadinanza, ma gli italiani hanno scelto di rispondere con l’astensione, manifestando un chiaro atto politico di rigetto verso una campagna ipocrita e strumentale”.

 

 

 

 

 

CINZIA GORLA

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